Luna Livi

luna livi yoga trainer

Luna Livi

Yoga Trainer

0584 30969
ilcentro4.0@gmail.com
Trainer Introduction

Yoga Trainer

Definirei il mio approccio allo Yoga il risultato di un susseguirsi di eventi. Quando inizi un percorso così, non puoi che notare, in realtà, quanto tu ci sia già dentro. Almeno, questo è il mio pensiero. Un fiume che si immette nel mare, e di certo, non mi riferisco al fiume quando parlo di Yoga.
Ho iniziato a praticare sotto consiglio di un medico ortopedico, a seguito di una serie di problematiche di salute più e meno gravi e di natura differente, che hanno segnato il mio corpo dalla fase di passaggio tra la fine
dell’infanzia e l’inizio dell’adolescenza a tutt’oggi. Con una buona dose di scetticismo iniziale (anche piuttosto
malcelato), ho incontrato come primo metodo lo Iyengar, puntuale nell’allineamento, per poi passare all’Ashtanga,
regolare e metodico ma già solerte, fino ad “approdare” al Centro con il Vinyasa: uno stile fluido e dinamico, dove il respiro è il mezzo che permette la mutevolezza degli asana. Uno stile fermamente impermantente, in continua evoluzione. Faceva proprio il caso mio. Così, quasi in punta di piedi, riscontrando i piccoli e grandi benefici che giornalmente ne traevo, dopo solo due anni di pratica , ho intrapreso il percorso della formazione certificata Yoga Alliance con Guido Baligioni dello Yoga Garage di Firenze, presso il Centro.
Durante il tragitto ho trovato in parte una strada familiare fatta di gestione mentale e fisica, in parte un cammino
totalmente nuovo e incredibilmente affascinante. Mai avrei pensato che nella pratica dello Yoga si potessero
riscontrare tante affinità con arte e musica ( le due discipline che costituiscono la mia formazione di base ), a
partire dall’ascolto del corpo e del ritmo del respiro , fino al controllo psicomotorio; simili nel desiderio, nella
spinta emotiva, nella ricerca del massimo potenziale. Sentendomi a casa, in un mondo fatto di respiri e pause,
consapevolezze e limiti, osservazioni e abbandoni, di silenzi e suoni, come nell’analisi introspettiva dell’artista che rivive a specchio negli occhi che seguono il tratto di una pennellata o la direzione di uno sguardo, come nel
tentativo infinito di raggiungere i suoni più puri sul mio violino, in una eguale ricerca dell’equilibrio armonico, non ho che potuto osservare come, non solo lo Yoga si sia completamente ed in modo del tutto naturale amalgamato alle mie giornate, ma come le mie vecchie abitudini siano state totalmente assorbite, si siano radicate e siano maturate nel senso stesso della pratica , riportando morbidezza e distensione nel luogo del viluppo, imparando ad osservare la tensione e apprendendo via via come viverla con lucido distacco, laddove fosse obiettivamente necessaria nell’atto di forza. Concetti accostabili al quotidiano.
Se “yoga” ha una radice etimologica che riporta al significato di “unione”, questo è quello che ha unito e continua ogni giorno ad unire per me ed in me.
Quello che ricerco durante la pratica del Vinyasa Yoga e che vorrei trasmettere ad ampio raggio è armonia delle
forme interiori tramite l’eleganza di quelle esteriori, perseguendo il benessere fisico e mentale attraverso la
fluidità dei movimenti e il concatenarsi lineare degli asana, imparando ad osservare il ritmo che il nostro corpo ci
suggerisce e seguendo e rispettando i princìpi che questa preziosa disciplina millenaria ci insegna.
Infine, ma non per ultimo, un ringraziamento particolare lo devo in modo sentito al Centro che con calore e
accoglienza è stato determinante in questo flusso di eventi.

**<<Ciò che l’artista pensa, quando progetta il quadro e traccia uno schizzo, o si domanda quando ha finito di dipingere la tela è assai difficile tradurlo in parole. Forse egli direbbe che si domanda se è “tutto a posto”. La vita di ognuno di noi è intessuta di problemi simili a quelli di un artista. Chiunque abbia provato a disporre un mazzo di fiori mescolando e spostando le tinte, aggiungendo di qua e togliendo di là ha sperimantato lo strano piacere di equilibrare colori e forme senza sapere esattamente che specie di armonia volesse trarne. Sente soltanto che una macchia di rosso qui può avere una grande importanza e che questo azzurro sta bene da solo; all’improvviso un rametto di foglie verdi farà apparire tutto “a posto”. Non tutti hanno la medesima cura nella disposizione dei fiori ma a quasi tutti preme di mettere “a posto” qualcosa.>>
Tratto da “La storia dell’arte” di E.H. Gombrich

Request Personal Training